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al testo di Ivan Pozzoni
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E adesso che sei nell’aria, sui tetti stretti della tua città, mischiata ad acini d’azoto, non riesco a credere che ti arrivino i miei se, a credere che ti arrivino i miei ma.
Canto doloroso disincanto, dai baratri, vette d’abisso, delle coltri di Dio, come usignolo nel becco d’aquila di Pindaro, mettendo a stento i buchi nei miei denti allenati a morder cenere, mettendo al bando i battiti lontani del tuocardio.
Adesso che sei nell’aria, o in una tana nella terra mesta, ch’è uguale, amerò buco nell’ozono, inquinamento atmosferico o della falda acquifera, vermi, Sarcophagidae, batteri autolisici, e non mi mancherà coraggio di morire.
[Patroclo non deve morire, 2013] |
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